Sirene
di Jorge Luis Borges
Lungo il tempo, le sirene mutano forma. Il loro primo storico il rapsodo del dodicesimo libro dell’Odissea, non ci dice come erano; per Ovidio, sono uccelli dal piumaggio rossiccio e faccia di vergine; per Apollonio Rodio, dalla vita in su sono donne e il resto, uccelli; per il maestro Tirso de Molina (e per l’araldica) « metà donne, metà pesci ». Non meno discutibile è la loro indole; il dizionario classico di Lemprière ritiene che siano ninfe, quello di Quicherat che siano mostri e quello di Grimal che siano demoni. Abitano su un’isola a ponente, vicina all’isola di Circe; ma il cadavere di una di esse, Partenope, venne trovato in Campania, e diede nome alla famosa città che oggi porta quello di Napoli, e il geografo Strabone vide la sua tomba e presenziò ai giochi ginnici e alla corsa con torce che periodicamente si celebravano per onorare la sua memoria.
L’Odissea racconta che esse attiravano e perdevano i navigatori e che Ulisse, per ascoltare il loro canto senza soccombere, tappò con la cera gli orecchi dei suoi rematori e ordinò che legassero lui stesso all’albero maestro. Per tentarlo, le sirene promettevano la conoscenza di tutte le cose del mondo:
«Nessuno è passato di qui sulla sua nave nera, senza avere ascoltato la voce dolce come il favo, e averne goduto, ed essersene andato più sapiente. Perché sappiamo ogni cosa: quanti affanni patirono argivi e troiani nell’ampia Troade per volontà degli dèi, e sappiamo tutto quel che succederà sulla Terra feconda »
(Odissea, XII).
Una tradizione raccolta dal mitologo Apollodoro, nella sua Biblioteca, racconta che Orfeo, dalla nave degli argonauti, cantò più dolcemente delle sirene e che queste si precipitarono nel mare e rimasero trasformate in rocce, perché la loro legge era di morire, se qualcuno non provava il loro incantesimo. Anche la Sfinge precipitò dall’alto, quando il suo enigma venne indovinato.
Nel sesto secolo, una sirena fu catturata e battezzata nel Galles del Nord, e finì col figurare come santa in certi almanacchi antichi, sotto il nome di Murgan. Un’altra, nel 1403, passò attraverso una breccia di una diga, e visse a Haarlem fino al giorno della sua morte. Nessuno la capiva, ma imparò a filare e come per istinto venerava la croce. Un cronista del XVI secolo ragionò che non era un pesce, perché sapeva filare, e che non era una donna, perché poteva vivere nell’acqua.
La lingua inglese distingue la sirena classica (Siren) da quelle che hanno coda di pesce (mermaids). Nella formazione di queste ultime hanno influito per analogia i tritoni, divinità del seguito Poseidone.
Nel decimo libro della Repubblica, otto sirene presiedono alla rotazione degli otto cieli concentrici.
Sirena: supposto animale marino, leggiamo in un dizionario brutale.
Questo brano nasce inizialmente come nota a piè di pagina del breve saggio L’arte narrativa e la magia, in Discussione, 1932. Diventerà poi, immutato, la pagina Sirene in Manuale di zoologia fantastica. Questa traduzione è di Livio Bacchi Wilcock.